Che cos’è l’inclusione? Convegno all’UNIFI

Si è tenuto online il primo Convegno nazionale dal titolo “Che cos’è l’inclusione?” organizzato dal Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze.

Introduce e coordina Giuliano Franceschini, professore di Didattica e pedagogia speciale, con la partecipazione di Stefania Bargagna, neuropsichiatra infantile presso l’IRCCS Stella Maris, Annalisa Morganti, pedagogista e prof. associato presso l’Università di Perugia, Antonella Valenti, ordinario di Didattica e pedagogia speciale presso l’Università della Calabria.

Le sessioni sono introdotte da docenti delle scuole di ogni ordine e grado con la partecipazinoe di professionisti ed esperti sul tema della disabilità e dell’inclusione, tra cui Gerardo Manarolo, psichiatra e psicoterapeuta, con un intervento su Musicoterapia e autismo: riflessioni per una possibile specificità e Ferruccio Demaestri, musicoterapeuta e formatore presso la CONFIAM con un intervento sulle Competenze musicali  nel processo di inclusione: interazione dinamica di identità sonore tra alunni e docenti”.

La partecipazione è riservata ai docenti iscritti presso il corso di formazione per il conseguimento della Specializzazione sulle attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità. L’Università di Firenze ha assunto l’inclusione come obiettivo strategico per favorire l’accessibilità della comunità universitaria, secondo un approccio integrato e sostenibile nei vari campi d’azione.

Studio sui professionisti della musicoterapia durante la pandemia di Covid-19

Studio sui professionisti della musicoterapia

Uno studio condotto sui professionisti della musicoterapia in Italia durante la pandemia di Covid-19 ha messo in luce gli effetti del lockdown generalizzato con conseguenze economiche e sociali rilevanti per il 94% dei lavoratori di questo settore. Gli ambiti maggiormente colpiti sono quello educativo, delle disabilità funzionali e le residenze sanitarie assistenziali, che in molti casi hanno dovuto sospendere integralmente le attività terapeutiche considerate non essenziali.

L’indagine, condotta su un campione di 186 partecipanti distribuiti sul territorio italiano, riporta l’impatto sociale ed emotivo riflettendo una chiara situazione di incertezza, legata in parte alla necessaria regolamentazione d’esercizio.
Garantire uno  standard qualitativo nella formazione significa  assicurare, al contempo, maggiori tutele sul piano della qualità terapeutico-assistenziale.

I professionisti della musicoterapia esercitano la libera professione (65%) come principale fonte di reddito; durante il lockdown, hanno visto ridurre drasticamente le proprie entrate economiche seppur mantenendo un contatto con l’utenza di riferimento attraverso videochiamate, telefono ecc.

Improvvisazione clinica in musicoterapia

Improvvisazione clinica in musicoterapia

Un importante contributo alla comprensione del concetto di improvvisazione clinica in musicoterapia è stato elaborato da Mercedes Pavlicevic ( 1955 -2018). La differenza tra improvvisazione musicale e improvvisazione clinica potrebbe essere una questione meramente stilistica? In un esperimento, condotto con degli ascoltatori non vedenti, Pavlicevic ha permesso di cogliere alcune peculiarità stilistiche e le principali differenze tra l’improvvisazione musicale e l’improvvisazione clinica in musicoterapia.

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