Che cos’è l’inclusione? Convegno all’UNIFI

Si è tenuto online il primo Convegno nazionale dal titolo “Che cos’è l’inclusione?” organizzato dal Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze.

Introduce e coordina Giuliano Franceschini, professore di Didattica e pedagogia speciale, con la partecipazione di Stefania Bargagna, neuropsichiatra infantile presso l’IRCCS Stella Maris, Annalisa Morganti, pedagogista e prof. associato presso l’Università di Perugia, Antonella Valenti, ordinario di Didattica e pedagogia speciale presso l’Università della Calabria.

Le sessioni sono introdotte da docenti delle scuole di ogni ordine e grado con la partecipazinoe di professionisti ed esperti sul tema della disabilità e dell’inclusione, tra cui Gerardo Manarolo, psichiatra e psicoterapeuta, con un intervento su Musicoterapia e autismo: riflessioni per una possibile specificità e Ferruccio Demaestri, musicoterapeuta e formatore presso la CONFIAM con un intervento sulle Competenze musicali  nel processo di inclusione: interazione dinamica di identità sonore tra alunni e docenti”.

La partecipazione è riservata ai docenti iscritti presso il corso di formazione per il conseguimento della Specializzazione sulle attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità. L’Università di Firenze ha assunto l’inclusione come obiettivo strategico per favorire l’accessibilità della comunità universitaria, secondo un approccio integrato e sostenibile nei vari campi d’azione.

Musicoterapia e Disability Studies

La musicoterapia può basarsi sui Disability Studies

I Disability Studies rivolgono una critica severa all’impostazione medica tradizionale della disabilità, che si concentra sulla diagnosi individuale tralasciando la responsabilità collettiva nei confronti dei processi di abilitazione e disabilitazione. La musicoterapia nella prospettiva dei Disability Studies mira a garantire a tutti l’accesso alla musica concentrandosi sulla ridefinizione dei ruoli di potere all’interno della relazione terapeutica.

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Autismi: uno sguardo applicativo

Autismi: uno sguardo applicativo

Tra le varie possibilità d’intervento, tenendo conto dell’individualità specifica di ognuno, la musicoterapia riveste un ruolo spesso legato ad applicazioni pratiche di natura medica, rischiando di tralasciare il valore epistemologico della relazione musicale.

Gli studi recenti in materia di musicoterapia e autismo hanno escluso la possibilità di un intervento mirato a ridurre i sintomi della patologia [1]. Generalmente, si consiglia un percorso propedeutico individuale finalizzato a mettere in atto un processo relazionale tra il bambino, il terapista e la musica.

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Musicoterapia e Demenza Senile

L’ intervento di musicoterapia cerca di raggiungere l’individuo considerando l’eterogeneità del contesto e mirando sempre a sviluppare le potenzialità residue in una cornice piacevole e rilassante. L’utilizzo degli strumenti musicali, ad esempio, permette di lavorare sul movimento, sulla coordinazione e sulla bilateralità, oltre ad essere un importante stimolo sensoriale permette la costruzione di un ritmo condiviso, un fattore di motivazione personale e di gruppo.  Gli strumenti utilizzati sono percussioni come tamburi, triangoli, cembali, guiros, reco-reco, agogo, classe, marimba, etc.
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Improvvisazione clinica in musicoterapia

Improvvisazione clinica in musicoterapia

Un importante contributo alla comprensione del concetto di improvvisazione clinica in musicoterapia è stato elaborato da Mercedes Pavlicevic ( 1955 -2018). La differenza tra improvvisazione musicale e improvvisazione clinica potrebbe essere una questione meramente stilistica? In un esperimento, condotto con degli ascoltatori non vedenti, Pavlicevic ha permesso di cogliere alcune peculiarità stilistiche e le principali differenze tra l’improvvisazione musicale e l’improvvisazione clinica in musicoterapia.

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Musicoterapia e Sindrome di Rett

Tra le terapie ausiliari per la Sindrome di Rett la musicoterapia riveste un ruolo importante in quanto oltre ad essere un importante supporto educativo è anche una fonte di gioia e benessere. La musica, infatti, promuove una relazione tra terapeuta e paziente basata sulla comunicazione non-verbale e mira a favorire la la produzione spontanea di suoni, come la vocalizzazione, e di movimenti associati ad un ritmo condiviso. Tuttavia, possiamo distinguere due tipologie di intervento musicoterapico, come la metodologia basata sull’ improvvisazione di musica attiva – ovvero la produzione libera e spontanea di suoni – e la musicoterapia cosiddetta recettiva, ovvero l’utilizzo di suoni, musiche e vibrazioni, principalmente a basse frequenze, volte a stimolare una determinata reazione nell’individuo che, comunque, non si trova in uno stato di passività. Leggi tutto “Musicoterapia e Sindrome di Rett”

Che cos’è la musicoterapia

Che cos'è la Musicoterapia?

Secondo la Federazione Mondiale di Musicoterapia:

la musicoterapia è l’utilizzo professionale della musica e dei suoi elementi nel contesto medico, educativo e quotidiano con individui, gruppi, famiglie o comunità che cercano di ottimizzare la qualità della vita e di migliorare la salute e il benessere fisico, sociale, comunicativo, emozionale, intellettuale e spirituale”. (World Federation of Music Therapy, 2011).

Sebbene l’idea di usare la musica in terapia sia vecchia di migliaia di anni, solo in questo secolo si è riusciti a raccogliere e a organizzare un corpo di conoscenza sufficiente per creare una “disciplina”. Come “professione” la musicoterapia ha una duplice identità: infatti essa è un corpo organizzato composto di teoria, pratica e ricerca, e allo stesso tempo è un gruppo di persone che utilizza lo stesso corpo di conoscenza nelle loro mansioni di clinici, educatori, amministratori, supervisori. Negli Stati Uniti la data di nascita della professione può essere fatta risalire alla fondazione della National Association for Music Therapy (NAMT) nel 1950.

Che cos’è la musicoterapia? Un’arte, una scienza e un processo interpersonale

Gli scopi e i metodi del musicoterapeuta hanno dovuto espandersi per incontrare le esigenze di nuove popolazioni di famiglie. Allo stesso tempo, la musicoterapia si sta evolvendo a causa dell’aumento degli approcci olistici nei processi curativi. Un principio fondamentale è che la musicoterapia non è una disciplina singola, piuttosto è la dinamica combinazione di molte discipline attorno a due grosse macro aree: la musica e la terapia.

Che cos’è quindi la musicoterapia? In quanto fusione di musica e terapia,  è a un tempo un’arte, una scienza e un processo interpersonale: è collegata alla soggettività, all’individualità, alla creatività e alla bellezza;  è legata all’obiettività, alla collettività, alla riproducibilità e alla verità. Infine, è collegata all’empatia, all’intimità, alla comunicazione, all’influenza reciproca e alla relazione di ruolo. 

Fonti:

Kenneth Bruscia, Definire la musicoterapia: percorso epistemologico di una disciplina e di una professione, Ismez 1990.

Integrazione e Inclusività

Tra gli ospiti internazionali del Convegno Internazionale organizzato da Erickson il celebre pensatore Zygmunt Bauman scomparso di recente ha affrontato il tema delle migrazioni“Esse sono la naturale conseguenza della globalizzazione. La paura dei migranti nella società occidentale è dovuta al fatto che gli esuli ci ricordano l’incertezza e la fragilità dell’essere umano; per trovare il modo di affrontare classi sempre più miste dal punto di vista culturale, linguistico e religioso ci vuole certamente molto tempo, non ci sono scorciatoie, ma questa composizione mista può generare qualcosa di fortemente creativo”.