L’approccio olistico vive spesso al confine tra le discipline new-age, dalla scientificità discutibile, e le interpretazioni psicosomatiche e sociali della terapia. Queste ultime sono caratterizzate da una naturale tendenza al contesto interdisciplinare. L’approccio olistico della musicoterapia viene applicato dal dott. Tomaš Procházka, docente e formatore in musicoterapia presso l’Università Carolina di Praga, in diverse strutture educative e riabilitative della Repubblica Ceca, tra cui la Scuola Elementare Zahrádka.
Musicoterapia Olistica, una terapia per il contesto
Questo tipo di approccio nasce in un contesto istituzionalizzato, in cui le persone con disabilità vivono a stretto contatto, spesso con altre persone con patologie differenti e lontano dalle proprie famiglie. Da qui l’esigenza di concepire una terapia che possa ricreare quelle esperienze positive, emotive e sensoriali, legate allo sviluppo e alla crescita dell’individuo. In questo modo l’atelier di musicoterapia si rivolge sia all’utenza di riferimento (la persona) sia al contesto di riferimento (la scuola, il centro etc. ).
Il metodo di musicoterapia olistica cerca di migliorare la qualità della vita e dell’ambiente in una prospettiva biopsicosociale. Bisogna considerare che i benefici derivati dall’approccio olistico della terapia, come ad esempio la presenza di personale altamente specializzato, sono legati alle esigenze del contesto istituzionalizzato in cui le persone con disabilità non hanno la possibilità di decidere per la propria vita.
I percorsi prevedono l’utilizzo di strumenti musicali insieme ad altri stimoli visivi, tattili, olfattivi, etc. preparati ad hoc dal terapista, che predispone il setting. Di solito si tratta di uno spazio morbido in cui è possibile muoversi liberamente; allo stesso tempo, lo spazio è chiuso per impedire al minimo le distrazioni provenienti dall’esterno. Il pavimento rialzato, in legno, consente la propagazione delle vibrazioni, mentre luci, tessuti, strumenti sonoro-musicali, colori… accompagnano il terapista nel protocollo [1] rivolto a migliorare e integrare le abilità psicomotorie degli utenti.
Le fasi si sviluppano ciclicamente per agevolarne i processi emotivi e di crescita personale. Dapprima con uno scambio dinamico/relazionale accompagnato dal ritmo del tamburo, ad esempio, in cui il terapista introduce la sessione. Per poi accompagnare e sostenere il paziente nell’uso degli strumenti musicali, introducento, ad esempio, elementi euritmici come la danza e i tessuti colorati. Raggiunto il massimo momento di apertura, si procede verso il rilassamento, che può svolgere la funzione di ancoraggio, e successivamente al risveglio.
Note:
[1]T. Procházka, 2015. Intervista condotta nel mese di giugno 2015.