Una questione meramente stilistica?
Un importante contributo alla comprensione del concetto di improvvisazione clinica in musicoterapia è stato elaborato da Mercedes Pavlicevic, pioniera della musicoterapia britannica riconosciuta a livello internazionale per i suoi studi sulla salute mentale e sull’approccio musicterapico centrato sul contesto. La differenza tra l’improvvisazione musicale e l’improvvisazione clinica potrebbe essere una questione meramente stilistica? In un esperimento condotto con degli ascoltatori non vedenti, Pavlicevic ha permesso di cogliere alcune peculiarità stilistiche e le principali differenze tra l’improvvisazione musicale e l’improvvisazione clinica in musicoterapia.
Durante l’esperimento i ricercatori hanno chiesto ad alcuni valutatori non vedenti di ascoltare tre estratti registrati di musica. Intervistando i valutatori, i ricercatori sono riusciti ad identificare alcune peculiarità distintive dell’improvvisazione clinica: tra queste, l’elevato grado di accordo tra i valutatori, così come le ragioni per le loro scelte, ha suggerito che c’è una differenza distintiva. Nell’improvvisazione clinica, in particolare:
si stente un musicista, identificato come il terapeuta, supportare, riflettere e facilitare un altro musicista, identificato come il cliente; è inoltre possibile riconoscere un pensiero terapeutico all’interno dell’improvvisazione clinica in quanto si sentono fraseggi, anche non propriamente stilistici, che offrono alternative musicali; in sintesi è possibile distinguere tra un fare musica fine a se stesso e un fare musica finalizzato alla relazione.
Sebbene l’improvvisazione, nella sua accezione più generale, sia al centro della pratica in musicoterapia, se paragonata ad un’improvvisazione spontanea e priva di punti di riferimento predeterminati, possiamo definire alcune differenze distintive tra l’improvvisazione clinica e l’improvvisazione musicale: a volte l’improvvisazione clinica potrebbe suonare come free jazz, altre volte come un valzer o come una passacaglia atonale, tuttavia, per un orecchio ben allenato, sembrerebbe possibile una distinzione che forse può aiutare a comprendere meglio il significato della musicoterapia nel supporto alla comunicazione non-verbale.
Riferimenti bibliografici:
Brown S. & Pavlicevic M. Clinical Improvisation in Creative Music Therapy: Musical aesthetic and the interpersonal dimension. The Arts in psychotherapy, 23(5) 1997.
Pavlicevic M. Improvisation in Music Therapy, Human communication in Sound. Journal of Music Therapy, XXXVII, 2000.
Ruud E. Music Therapy, Improvisation, communication and culture. Gilsum, Barcelona publishers, 1998.