Musicoterapia e Sindrome di Rett

Tra le terapie ausiliari per la Sindrome di Rett la musicoterapia riveste un ruolo importante in quanto oltre ad essere un importante supporto educativo è anche una fonte di gioia e benessere. La musica, infatti, promuove una relazione tra terapeuta e paziente basata sulla comunicazione non-verbale e mira a favorire la la produzione spontanea di suoni, come la vocalizzazione, e di movimenti associati ad un ritmo condiviso. Tuttavia, possiamo distinguere due tipologie di intervento musicoterapico, come la metodologia basata sull’ improvvisazione di musica attiva – ovvero la produzione libera e spontanea di suoni – e la musicoterapia cosiddetta recettiva, ovvero l’utilizzo di suoni, musiche e vibrazioni, principalmente a basse frequenze, volte a stimolare una determinata reazione nell’individuo che, comunque, non si trova in uno stato di passività. Mentre la prima tecnica mira a favorire la produzione spontanea di suoni ed è incentrata sulla relazione con il terapeuta o con il gruppo, la seconda tecnica si serve di strumenti vibroacustici per favorire la distensione dell’apparato neurofisiologico.

Tecniche di Musicoterapia Recettiva

Un metodo di musicoterapia recettiva molto diffuso nel mondo è la Terapia vibroacustica basata su suoni a basse frequenze. Le prime esperienze di questo tipo sono state messe in atto negli anni ottanta da Olav Skille che, utilizzando una comune coppia di altoparlanti e un telo per sdraiarsi, ha ideato un metodo descritto inizialmente come “tecnica per trasferire le vibrazioni a basse frequenze al corpo umano per via aerea”.

Successivamente ribattezzato massaggio sonoro a basse frequenze provenienti da musica, onda sinusoidale e dalla loro combinazione, l’obiettivo di Skille era trovare un modo in cui le vibrazioni potessero rilassare bambini con gravi disabilità anche passando per una riduzione del tono muscolare.

Nel dettaglio la terapia vibroacustica utilizzata a livello clinico si serve di un suono a bassa frequenza tra 20Hz-70Hz [1]. Ci sono delle motivazioni fondamentali per cui alcune frequenze sono preferibili rispetto ad altre: la musicoterapia vibroacustica è un intervento chiaramente utile e che porta benefici anche alle persone in salute. Le basse frequenze, utilizzate insieme alla musica, hanno un effetto di gran lunga maggiore rispetto all’utilizzo esclusivo di musica. Questo metodo è stato testato a lungo come piano terapeutico per persone con Sindrome di Rett [2], ad esempio presso l’Harper House Children‘s Service dove ogni paziente è sottoposto regolarmente a sessioni di musicoterapia e utilizzando il
metodo del massaggio sonoro [3].

Quando questi studi vennero effettuati per la prima volta c’erano informazioni molto limitate circa gli effetti positivi della musica. Ad oggi si sono raccolte numerose osservazioni cliniche che riportano risultati positivi sullo stato di rilassamento generale. Altre risposte sul piano fisiologico riguardano la respirazione.
Si assiste ad una considerevole riduzione di iperventilazione e del relativo gonfiore, una riduzione significativa dei movimenti stereotipati e un rilassamento generale del corpo intero facilmente osservabile.

Note:

*Originariamente pubblicato su Musica & Terapia n. 35, 2017.
Music and Rett Syndrome. Active and receptive tecniques of music therapy for neurological disorders, with Slabyhoudová B. & Komendová L. Convegno Voci e Suoni, Conservatorio Cesare Pollini, 13-14 ottobre 2017, Padova.

[1] Märith Bergström-Isacsson, Peter O.O. Julu & Ingegerd Witt-Engerström (2007). Autonomic Responses to Music and Vibroacoustic Therapy in Rett Syndrome, Nordic Journal of Music Therapy, 16:1, 42-59, DOI: 10.1080/08098130709478172

[2] Hooper, J. (2001). An Introduction to Vibroacoustic Therapy and an Examination of its Place in Music Therapy Practice. British Journal of Music Therapy, 15(2), 69–77. https://doi.org/10.1177/135945750101500205;

[3] Wigram, T. (1997). The Development of Vibroacoustic Therapy. In Wigram, Tony : Dileo, Cheryl (eds.) (Ed.), Music, Vibration and Health (pp. 15).

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